CONFERENZA NAZIONALE 9-10 settembre 1999 Firenze |
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Area extradipartimentale "Sviluppo sostenibile e controllo ecologico" in collaborazione con ARPAT con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente |
Filippo Strati
S.R.S. - Studio Ricerche Sociali - Firenze
STRUMENTI DI GESTIONE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE:
DALLE "BUONE PRATICHE" AD "SQM"
Voglio partire da un’esigenza evidenziata dall’architetto Marta Cecchini. Traducendo tal esigenza in una semplice domanda, potremmo chiederci qual è, se c’è, il grado di "sostenibilità" della Regione.
È una domanda che emerge quando cerchiamo di considerare, valutare e comparare diversi contesti regionali e locali e le buone pratiche da essi espresse. Alcuni vogliono pesare, dare giudizi, redigere graduatorie. Altri cercano certezze. Insieme, vogliono comprendere a che punto sia arrivato il cammino verso la sostenibilità e le distanze esistenti tra i diversi contesti locali.
Questo modo di ragionare è legittimato dalle esigenze di ricerca e d’azione. Confrontando le varie esperienze e capitalizzando le lezioni che provengono da esse, si possono arricchire le nostre conoscenze e migliorare le nostre strategie.
Purtroppo, non è così semplice come sembra.
Una pratica che funziona in un determinato contesto sociale ed in una particolare circostanza, non necessariamente funziona in altri contesti e circostanze.
Una pratica è situazionalmente specifica e dipende dalla cultura, dai principi e dai valori condivisi dalle comunità locali interessate.
L’individuazione e l’esame di una pratica consentono di leggere, pertanto, come gli attori (persone, gruppi e comunità) determinano le loro azioni e le implementano in accordo con i loro valori di riferimento.
Una pratica esprime l’approccio usato dai suoi attori, come processo completo, integrato ed olistico, gestito da un’organizzazione sociale, sia essa una persona, un gruppo, una comunità.
Avviene così che strumenti, comuni a diverse comunità sociali, siano usati differentemente nei diversi contesti, e che la loro combinazione porti ad una diversità di menù che spesso perdono il loro originario sapore se meccanicisticamente applicati ad altre realtà.
Tornando alla nostra regione, è importante notare come essa, rispetto a due anni fa (quando in questa stessa sala, nel novembre ’97, si organizzò la prima Conferenza Internazionale fatta in Toscana), abbia sviluppato una serie di azioni a favore della sostenibilità. La Conferenza si basò sostanzialmente sul progetto europeo IN.SU.RE.D. volto a determinare strumenti adeguati a promuovere lo sviluppo regionale sostenibile.
Tramite IN.SU.RE.D, sono state esaminate cinque regioni europee (tra cui la Toscana), alcuni specifici contesti locali (tra cui la Val di Cornia), le pratiche espresse dalle loro comunità e dai loro attori locali. Tal esame è stato accompagnato da una profonda ricostruzione del cambiamento paradigmatico, avvenuto in quest’ultima parte del nostro secolo, dallo sviluppo "convenzionale" a quello sostenibile.
Si è così abbinata pratica e teoria consentendo evoluzioni successive, quali la creazione di SQM.
Tale acronimo significa Sustainable Quality Management ("gestione della qualità sostenibile") riferendosi ad un metodo che consente, appunto, di accrescere la qualità di vari corsi di azione: progetti, programmi, piani d’impresa.
È evidente che i passi in avanti compiuti dalla Regione Toscana nel percorso verso la sostenibilità non sono stati determinati o influenzati né da un solo progetto, né da una sola conferenza, né da un solo settore di attività o gruppo di persone. È stata, invece, la messa in sintonia di molti approcci, metodi e strumenti a far raggiungere quella massa critica che accelera i processi tramite confronto e convergenza progressiva tra settori, modi di pensare, acquisizione di linguaggi comuni.
Del resto, quanto stiamo discutendo in questa giornata rappresenta il punto di arrivo e di partenza per alimentare ulteriormente la volontà e la concretezza di un percorso così complesso come quello dello sviluppo regionale e locale sostenibile. Questa conferenza ha, quindi, consistenti caratteri di importanza e di attualità.
Tra due giorni, ci sarà a Joenssu, in Finlandia, una conferenza europea che riguarda, praticamente, gli stessi temi: le regioni "cornerstones", ossia pietre miliari, dello sviluppo sostenibile.
In tale simposio, saranno esaminati i vari strumenti finora creati e avendo avuto l’opportunità di analizzare tale strumentazione, posso cercare di sintetizzare le loro tipologie, rivelandone importanza e dinamicità. Basti ricordare, ad esempio, che già solo navigando in CORDIS si possono trovare circa 1.600 progetti che riguardano lo sviluppo regionale e locale, e più di 700 relativi allo sviluppo sostenibile.
Da tale analisi emerge che, in genere abbiamo tre tipi di "cassette degli attrezzi" (tool-boxes):
Spesso tali strumenti sono supportati da manuali e, in alcuni casi, da software applicativo e gestionale.
Le lezioni che emergono da questi strumenti, possono essere riassunte in quanto cercherò di dire in pochi punti:
Tutte le suddette lezioni possono essere racchiuse in quella che Edgar Morin chiama "democrazia cognitiva". Essa è necessaria per aumentare la capacità delle persone e delle comunità locali ad autogovernarsi ed autogestire problemi e soluzioni. Ad esempio, in qualche intervento precedente, è stato usato il termine di "nuovo localismo". Esso è indubbiamente positivo, se esprime glocacità, ossia capacità di localizzare e globalizzare nello stesso momento, pensando a dimensioni temporali spaziali e fisiche diverse. Si ridà così coesione a quanto, spesso, sembra essere contraddittorio, passando da un modo di pensare "analogico" ad uno molto più "dialogico". Questo presuppone:
In realtà, se c’è un rischio da evitare oggi, a fronte della crescita di consapevolezza sulla necessità di cambiare "modelli" di sviluppo, esso è proprio quello della "burocratizzazione" della sostenibilità!
Le considerazioni svolte finora servono anche ad esporre meglio ed in poche parole il significato di SQM, ovverosia Sustainable Quality Management. È uno strumento che, come SRS (Firenze) ed EURES (Friburgo) abbiamo pensato e tradotto in software. Lo trovate in un CD ROM ed un libro, forniti da questa Conferenza. Insieme, tali prodotti abbinano il software a tutta una serie di aspetti concettuali, metodologici ed operativi, inclusi esempi delle cosiddette "buone pratiche".
Come si può vedere dall’immagine di SQM, esso è uno strumento gestionale che mette insieme tre condizioni base per lo sviluppo sostenibile:
SQM – Sustainable Quality Management
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ORIENTAMENTO = Componenti dello Sviluppo Sostenibile |
POTENZIALE SOCIALE = Fattori Regionali (locali) |
DINAMICA = Leve di Cambiamento |
Dimensioni di sviluppo |
P1. Percezione della varietà di approcci allo sviluppo |
D1. Sviluppo della comprensione dei problemi |
O1. Ambiente |
P2. Creatività ed innovazione in una cultura imprenditoriale che enfatizza la responsabilità verso la comunità |
D2. Apprendimento continuo ed aperto |
O2. Economia |
P3. Capacità di affrontare complessità ed ambiguità e di anticipare il cambiamento |
D3. Negoziazione e co-decisione |
O3. Socio-cultura |
P4. Apertura all'arricchimento della propria cultura ed al miglioramento della coesione multiculturale |
D4. Creazione di una visione condivisa |
Dimensioni di equità |
P5. Scoperta e ricodificazione delle specificità territoriali e del sapere locale |
D5. Orientamento al cliente |
O4. Equità sociale |
P6. Abilità di raggiungere il proprio livello ottimale di risultati e soddisfazione |
D6. Orientamento al risultato |
O5. Equità interlocale |
P7. Distribuzione frattale delle competenze (bilanciamento delle responsabilità tra dimensioni e livelli decisionali) |
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O6. Equità intertemporale |
P8. Autonomia di potere decisionale all'interno di sistemi che la facilitano |
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Principi sistemici |
P9. Fiducia primaria sulle proprie risorse senza compromettere quelle degli altri |
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O7. Diversità |
P10. Sistema di valori condivisi, considerando le interdipendenze ambientali, socio – culturali ed economiche |
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O8. Sussidiarietà |
P11. Coesione sociale |
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O9. Networking e partnership |
P12. Opportunità e spazio per interazioni eque |
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O10. Partecipazione |
P13. Capacità di creare visioni condivise |
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P14. Integrazione delle capacità sociali e tecniche nel processo di innovazione |
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P15. Accesso all'informazione, al dialogo ed al dibattito |
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P16. Molteplicità di interazioni, sviluppate da animatori locali |
Un esempio può forse chiarire meglio come usare SQM.
Immaginiamo di dover valutare una situazione locale, un programma, un progetto, un’impresa, etc., per poi impostare una strategia di cambiamento a favore dello sviluppo sostenibile.
Esamineremo tali iniziative leggendo, tramite l’uso della SWOT analysis (ossia di punti di forza, debolezze, opportunità e minacce/vincoli), se e come esse sono orientate a contenuti di sviluppo sostenibile, quali sono le caratteristiche del loro potenziale sociale (ossia degli attori e delle comunità locali interessati), quali leve di cambiamento sono usualmente impiegate.
Tale valutazione ci consentirà di progettare una strategia di trasformazione, procedendo in senso contrario a quanto fatto prima. Individueremo, nell’ordine, quali leve impiegare, su quali fattori del potenziale sociale agire e verso quali componenti della sostenibilità è di maggior importanza orientare lo sviluppo locale.
Nel fare tutto ciò, potremo usare il libro Sviluppo sostenibile. Un approccio integrato come un manuale di supporto.
Il CD ROM ci aiuterà, invece, alimentando continuamente la nostra capacità di aprire opzioni (visioni di sviluppo) tramite la sua mappa cognitiva (teorie, concetti, metodi e politiche) e quell’operativa, contenente il software, inclusivo di una banca dati di "buone pratiche", strutturata con analogo metodo (orientamento, fattori locali del potenziale sociale e dinamica).
Come impiegare il CD ROM potremo vederlo insieme, perché, qui fuori, è stato messo a disposizione un tavolo con due computer. Dopo pranzo sono disponibile per chiunque voglia vedere come in realtà funziona il meccanismo. Ricordate comunque che per problemi di qualsiasi natura relativi al CD ROM potete fare riferimento al nostro sito Internet: www.srseuropa.it.