SEMINARIO
SULLA SOSTENIBILITA'
LEGAMBIENTE
TOSCANA
SABATO
17 FEBBRAIO 2001
LA
SOSTENIBILITA' DAL PUNTO DI VISTA DEI TRASPORTI
FILIPPO
STRATI
Studio
Ricerche Sociali / SRS /
|
TRASPORTO,
MOBILITA' E
CAMBIAMENTI CONCETTUALI
La mobilità è sempre
stata in primo piano nelle aspettative e nelle esigenze dell'essere
umano e degli altri esseri viventi. L'essere umano ha cercato di
rispondere a tale bisogno tramite lo sviluppo di tecnologie e strumenti
di trasporto fisico.
In
un ecosistema sono presenti molteplici tipi, contenuti e forme
relazionali tra le sue componenti. Nel caso delle componenti
umane, si parla di interazione sociale.
La
mobilità umana è un'espressione di tale interazione ed il suo
principale strumento di supporto è il trasporto di persone e
merci.
Pur
esistendo in natura varie forme di trasporto, è l'essere umano
che le ha sviluppate in termini scientifici, prodottivi e di
consumo per supportare ed alimentare la mobilità, come dinamica
co-evolutiva di bisogni, contenuti e forme d'interazione
sociale. |
Mobilità è libertà,
ma è una libertà che, in alcuni modelli di sviluppo, si è trasformata
nel suo opposto: costrizione e limitazione.
La costrizione è
evidente quando (Mumford, 1938) appaiono "la
stanchezza ed il logorio fisiologico, la noia, il tormento e la
depressione psicologia, causati da questo quotidiano andirivieni fra il
luogo di riposo e il luogo di lavoro"; quando
"consideriamo il numero delle ore - uomo, che si computano in
multipli del milione, stupidamente spese nel trasporto giornaliero del
corpo umano"; quando aggiungiamo "la
depressione del viaggio scomodo, il pericolo di malattie infettive nelle
vetture sovraccariche, i disturbi alle funzioni gastrointestinali,
provocati dalla tensione e dall'ansietà di arrivare in tempo
all'ufficio o nella fabbrica."
La limitazione è
evidente quando la libera espressione della domanda di trasporto si
scontra con le rigidità degli assetti territoriali, urbanistici,
naturali e dell'offerta di trasporto.
Costrizione e
limitazione colpiscono le varie forme di mobilità, con toni diversi ma
con effetti similari: "un
largo dispendio di tempo, energia, denaro, vitalità umana" (Mumford,
1938).
La miscela "nuovi
stili di vita e nuove forme di interazione" apre opportunità, ma
presenta anche minacce:
-
opportunità, se cresce la consapevolezza sui limiti
dell'ecosistema (di sui l'essere umano è parte integrante) per usare
saggiamente le risorse disponibili con appropriate e lungimiranti
soluzioni tecnologiche, scientifiche, politiche, normative ed
amministrative;
-
minacce, se tale consapevolezza non è costantemente
alimentata in modo compiuto e si lascia spazio alla convulsa e costante
crescita della domanda di trasporto fisico, alimentata proprio dalla
diffusione planetaria di quello virtuale (comunicazione ed
informazione).
In ogni caso, si tratta
di una crescita di domanda di mobilità che non può essere facilmente
decodificata.
Sempre più persone si
muovono, secondo diverse esigenze e motivazioni, che non possono essere
omologate od irregimentate, se non da sistemi totalitari. La crescita
quantitativa è sostenuta da un'evoluzione qualitativa, che le nuove
tecnologie della comunicazione e dell'informazione alimentano a ritmi
temporali accelerati, mentre riducono sempre più le dimensioni spaziali
(distanze tra luoghi diversi).
La profezia di Jevons
(1865) è evidente anche in questo caso. Per rispondere alla crescita
della domanda di mobilità, bisogna aumentare e migliorare l'offerta di
trasporto. Tali azioni portano ad un nuovo aumento della domanda.
Questo è quanto è
successo con le infrastrutture di trasporto. Ad esempio, se la
costruzione di una strada porta momentaneo sollievo rispetto alla
congestione da traffico, nel medio periodo lo accresce. Quindi, nel
lungo periodo, sorge la necessità di costruire nuove strade. L'eredità,
che si trapassa da generazione a generazione, porta a ridurre lo spazio
fisico disponibile per altre attività, sino al limite di sopravvivenza
degli ecosistemi.
Tale tendenza riguarda
anche l'eco-efficienza e le tecnologie pulite. L'immissione di auto più
rispettose dell'ambiente fa aumentare il loro uso, proprio perché meno
inquinanti. Anche se fossero prodotte in vasta scala autovetture non
inquinanti, il peso sull'ambiente aumenterebbe (l'auto solare sarebbe
così il viatico per un viaggio insostenibile!).
Il paradosso di
Jevons applicato alla motorizzazione italiana
L’introduzione
sul mercato di autovetture a benzina verde ha consentito un
considerevole incremento della vendita di quest’ultima,
passando in breve tempo, dal 1990 al 1996, dal 5% al 45% del
totale di benzine vendute. Sempre in tale periodo, il parco
circolante di autovetture è cresciuto di quasi il 12% e le
tonnellate di benzine vendute di circa il 31%.
E’
anche pensabile che l’innovazione tecnologica a favore di
vetture “pulite” possa portare ad una diversificazione di
segmenti di mercato: veicoli elettrici per la dimensione urbana;
veicoli a miscele di idrogeno, gas, etc. per dimensioni
extraurbane; oltre, naturalmente, a moto e motorini
“puliti”. La famiglia media potrebbe così essere dotata di
una più ampia e variegata flotta di mezzi stradali a basso
tasso di consumo energetico e di emissioni nocive. L’effetto,
dal punto di vista ambientale complessivo, sarebbe comunque
quello di maggiore congestione e devastazione del territorio. |
La motorizzazione ha
influenzato enormemente comportamenti sociali e modi di vita,
particolarmente nelle aree industrializzate.
Popolazione
e motorizzazione
In
Italia, la vita media (ossia la “speranza di vita”) è
passata dai 43 anni per i nati nel 1900 ai quasi 78 anni per i
nati nel 1994, e gli ultra sessantenni costituiscono ormai circa
il 22% della popolazione, mentre il numero degli ultra
sessantacinquenni ha già superato quello dei quindicenni.
Cosa
succederebbe se le generazioni degli anni ’60 e ’70
mantenessero il loro stile di vita “auto – veicolato”
anche nei prossimi anni?
La
mobilità e l'accessibilità a beni e servizi sarebbero
garantiti a tale popolazione, divenuta ormai anziana, sempre
tramite la tradizionale e prevalente modalità di trasporto
stradale – individuale, magari con auto più sicure. Ma fino a
quando tale popolazione potrà usufruirne? |
Da un altro lato,
quello dei cosiddetti paesi in via di sviluppo, l'impressionante
crescita demografica richiede apertura, accesso, mobilità e quindi
trasporto.
La sostenibilità
è anche un problema di dimensioni
Come
è noto l'urbanizzazione sta aumentando. Nel 1950 solo il 29%
della popolazione mondiale viveva in città; nel 1990 tale
rapporto è salito al 45%. Si stima che quasi circa l'83% della
popolazione mondiale viva ormai in aree definibili
"urbane".
Cosa
potrebbe accadere se gli stili di vita “auto - veicolati” si
perpetuassero, venissero tramandati da generazione a
generazione, si diffondessero intensamente in altre aree del
mondo interessando ampie quote dell'incremento della popolazione
mondiale?
Consistenti
parti del mondo sarebbero permanentemente ingorgate e saturate.
Probabilmente si giungerebbe al collasso del pianeta. In ciò
sta il rischio
e la vulnerabilità dell’autotrasporto individuale , ma
anche la sua nemesi: da simbolo di flessibilità e dinamicità a
strumento di limitazione di una delle libertà fondamentali
dell'essere umano: la sua mobilità. |
Su tali dilemmi, sin
dagli anni ’70, si è svolto un continuo e ricco dibattito in ambito
internazionale, alimentato da una molteplicità di approcci scientifici
e di scuole di pensiero. Lungo tale percorso, è avvenuto il cambiamento
paradigmatico da trasporto (e mobilità) sostenibile ad accesso
sostenibile.
Alcuni basilari
passaggi concettuali sono i seguenti:
-
il trasporto viene riconosciuto come attività vitale per
il benessere sociale, culturale ed economico;
-
il trasporto viene identificato come uno dei maggiori
responsabili dei problemi ambientali (consumo di energia, acqua, suolo,
aria, etc.);
-
vari strumenti sono introdotti per limitare la pressione
ambientale della mobilità: standards delle emissioni; procedure di
pianificazione territoriale (infrastrutture); sistemi di monitoraggio e
valutazione degli impatti (tra cui, la valutazione strategica
dell’impatto ambientale, SEIA); ricerca e sviluppo per
l'eco-efficienza dei mezzi di trasporto e dei sistemi organizzativi e
gestionali; informazione, educazione e formazione; campagne
promozionali; metodi per accrescere sensibilità e consapevolezza e per
favorire il cambiamento dei comportamenti individuali e collettivi
(stili di vita);
-
costi ambientali e sociali della mobilità sono valutati
come pressione sulla collettività (ad esempio, incidenti, rumore,
inquinamento dell'aria, cambiamento climatico, congestione, danni e
problemi ambientali);
-
l'internalizzazione di tali costi nelle politiche del
trasporto diviene strumento di intervento economico (tariffe, tasse,
incentivi) teso a favorire il cambiamento dei comportamenti (stili di
vita) verso modi di trasporto più compatibili con l'ambiente e la
qualità della vita;
-
il ruolo strategico delle ferrovie e del cabotaggio
marittimo riemerge sia per la mobilità delle merci, sia per quella
delle persone; si sottolineano i loro vantaggi dal punto di vista
dell'efficienza energetica e dell'impatto ambientale (emissioni); la
necessità di integrazione dei sistemi e delle reti di trasporto
multimodale e combinato; l'importanza dei sistemi di gestione integrata;
il miglioramento delle tecnologie dell'informazione; la liberalizzazione
del mercato e l'applicazione delle regole di concorrenza; l'adeguamento
del quadro normativo, amministrativo ed organizzativo; un marketing
assertivo; il miglioramento dell'efficienza e delle infrastrutture; la
trasparenza tariffaria e degli aiuti statali;
-
l'impatto del traffico individuale motorizzato è
contrastato con azioni a favore del trasporto collettivo, promuovendo
servizi urbani e regionali sicuri, puntuali, veloci e convenienti;
l'attenzione è posta su: accessibilità al sistema (mezzi, stazioni ed
infrastrutture intermodali, infrastrutture e sistemi a favore delle
persone a mobilità ridotta, collegamenti tra aree rurali, etc.);
integrati sistemi di trasporto multimodale; sicurezza (sia individuale
che di sistema) e limiti di velocità; affidabilità (servizi, tariffe,
etc.); convenienza di viaggio (frequenza, attendibilità, pulizia,
comfort, servizi orientati al cliente, flessibilità); miglioramento
delle tecnologie esistenti e la promozione di nuove finalizzate al minor
consumo energetico ed ambientale; restrizioni all'accesso di veicoli
merci pesanti, sviluppo dell'impiego delle biciclette e delle aree
pedonali libere dal traffico; zonizzazione e celle di traffico; migliore
utilizzazione dei veicoli individuali (car
pooling and sharing) e collettivi (taxi); migliore utilizzazione
degli strumenti urbanistici, coordinati con i piani e la gestione del
traffico; combinazione di aree di sosta, divieti di parcheggio e
trasporto collettivo (park and
ride), trasporti collettivi a chiamata (dial
a ride), tassazione delle strade (road
pricing);
-
strategie e misure alternative (car
free cities) sono pensate per
ridurre la crescita del numero e dell'impiego di automobili nelle città
europee, ridurre gli impatti negativi del parco veicolare esistente,
favorire fattibili soluzioni tecniche e tecnologiche di trasporto di
persone e merci;
-
molte regioni e città assumono l'impegno per la
realizzazione delle Agende 21, nelle quali un ruolo centrale è
assegnato a sistemi di mobilità sostenibile;
-
l'esigenza di migliorare la qualità della mobilità pone,
così, due domande chiave: quale
tipo di sviluppo le comunità locali vogliono perseguire e quale mobilità
è necessaria alla qualità dello sviluppo?
Avviene
così il cambiamento paradigmatico:
-
si riconosce che il trasporto non è un fine ma un mezzo; l'attenzione
si sposta dal mezzo (il trasporto) al fine (le ragioni della mobilità);
-
si
riconosce che la mobilità serve per accedere a persone, servizi, beni;
-
si
definisce mobilità sostenibile,
quella realizzata quando le necessità umane sono soddisfatte senza
produrre danni permanenti all’ambiente globale e locale, iniquità
sociale, etc.
-
si è consapevoli che la mobilità sostenibile può
ottenersi solo se l’accesso a
beni, servizi e persone è sostenibile, a significare quell'accessibilità
in grado di rispondere ai bisogni della generazione attuale senza
compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i
propri.
Tale
ricco patrimonio di teoria ed esperienze si è sviluppato in modo
particolare nell'ultimo decennio ed è stato influenzato da
significative tappe sulla sostenibilità dello sviluppo, quali:
Conferenza ONU su Human Environment
(Stoccolma, 1972), Our Common
Future (ONU, 1987), Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo, con
i relativi protocolli e
l'Agenda 21 (1992), Protocollo di Kyoto su Climate
Change (1997).
1989
|
Pubblicazione
di Energy efficiency in
land transport (Commissione Europea) |
1990
|
Rapporto
del "Group Transport 2000 Plus", Transport
in a Fast Changing Europe
Libro
Verde su The Urban
Environment |
1992
|
Rapporto
della Commissione Europea, A
Proposal for a Research Programme for a City without Automobiles
Libro
Verde della Commissione Europea, The
Impact of Transport on the Environment. A Community strategy for
sustainable mobility
Libro
Bianco della Commissione Europea, The
Future Development of the Common Transport Policy, A global
approach to the construction of a Community framework for
sustainable mobility
|
1993
|
5°
Programma Azione Ambiente (Towards
Sustainability) elaborato dall’Unione Europea |
1994
|
Carta
di Aalborg su Sustainable
Cities and Towns
Conferenza
Towards Clean Transport:
Fuel Efficient and Clean Motor Vehicles, organizzata
dall'OECD e dall'IEA
|
1995
|
Libro
Verde dell'UE Towards
Fair and Effective Pricing in Transport, policy
options for internalising the external costs of transport in the
European Union
Comunicazione
della Commissione UE Lo
sviluppo del trasporto marittimo a corto raggio in Europa
|
1996
|
Libro
Verde dell'UE Citizen’s
Network Green Paper
Libro
Verde dell'UE Future
Noise Policy
Libro
Bianco dell'UE An Energy
Policy for the European Union (section on Transport)
Libro
Bianco dell'UE A Strategy
for Revitalising the Community's Railways
Conferenza
su Sustainable
Inter-regional Transport in Europe (Kouvola)
|
1997
|
Conferenza
OECD di Vancouver,
Towards Sustainable Transportation |
La diffusione crescente
di altri modi per soddisfare almeno una parte del bisogno di interazione
sociale riduce, inizialmente, la mobilità fisica. Ad esempio, riunioni
possono essere sostituite da video-conferenze, il commercio elettronico
porta a nuove forme di "spesa a domicilio", servizi postali
sono sostituiti da fax, fax da e-mail, varie tipologie di spostamenti
(per motivi di lavoro, studio, visite, acquisti, burocrazia, etc.)
possono essere ridotte ed addirittura evitate tramite un miglior uso e
sviluppo del territorio.
L'effetto sostitutivo
di mobilità virtuale (tecnologie della comunicazione e
dell'informazione) a quella fisica (infrastrutture e sistemi di
trasporto) può, quindi, portare un beneficio consistente; ma solo se
vengono miscelate soluzioni che aumentano la consapevolezza sui limiti
oltre i quali la qualità della vita degli ecosistemi potrebbe essere
fortemente compromessa.
L'apprezzamento dei
limiti degli ecosistemi (resilienza e principio precauzionale, ad
esempio) deve, pertanto, servire al miglioramento degli assetti
urbanistici, territoriali e di offerta di trasporto, alla diffusione
delle tecnologie dell'informazione (tele-shopping, tele-burocrazia,
tele-lavoro, tele-conferenze, etc.) ed all'organizzazione dei tempi
della vita a misura dei cittadini.
Tale miscela innesta
una tendenza alla rimozione di barriere all'accessibilità determinate
dal trasporto stesso (congestione, spreco di tempo destinato agli
spostamenti invece che alle relazioni sociali) ed alla riduzione di
mobilità socialmente irrazionale ed antieconomica (molte delle
relazioni tra casa, lavoro, studio, servizi pubblici) tramite la
sostituzione di trasporto fisico con quello virtuale
(dematerializzazione del trasporto).
Diventa, allora,
basilare l’uso sostenibile dei sistemi a supporto della mobilità,
modificando gli attuali stili di vita (produzione, consumo,
utilizzazione) nel rispetto della risorsa basilare presa in prestito
dalle generazioni future, cioè tutto ciò che va sotto il nome di ambiente.
Purtroppo, non esiste
una unica e migliore soluzione (one
best way!). Vanno cercate soluzioni mettendo insieme vari approcci,
metodi e strumenti. Infatti, in un sistema, è l'insieme delle dinamiche
relazionali che vince, non la singola componente. Ad esempio,
intermodalità e combinazione tra mezzi, metodi, tecniche e tecnologie
aumentano il grado di qualità ed efficienza nel sistema dei trasporti.
SETTE
ASPETTI NODALI PER L'ACCESSO SOSTENIBILE
Almeno sette sono gli aspetti di rilevante
importanza per orientare produzione e consumo e gli stili di vita
all'accesso sostenibile. Essi vanno utilizzati in modo integrato,
tenendo presente che trasporto merci e trasporto passeggeri si
influenzano a vicenda: dove va la merce, va il cittadino (ad esempio,
ipermercati); dove vengono estratte le materie prime e dove è prodotta
la merce, vanno lavoratori; etc.
1.
Riduzione dell'intensità di energia (e di emissioni nocive) a pari
condizioni di mobilità, tramite miglioramento tecnologico dei
veicoli e dei motori, introduzione di nuovi carburanti, aumento del
fattore di carico (passeggeri per auto) e razionale logistica delle
merci e dei viaggiatori.
2.
Riduzione dell'intensità di trasporto a pari condizioni di crescita
economica (decoupling, ossia
dis-accoppiamento e recisione di tale legame "vizioso"),
tramite processi di dematerializzazione dell’economia, produzione e
consumo di beni ad alto contenuto tecnologico e di know
- how (città e società dell'informazione), sistemi organizzativi
flessibili, snelli, a rete, miniaturizzazione dei prodotti, aumento
della durata della loro utilizzazione, loro riciclo e ri-trasformazione
in materie prime.
3.
Riduzione della crescita della domanda di trasporto, tramite azioni
volte al cliente, siano esse tipiche del tradizionale demand-policy
management (tassazione e
incentivi economici) o innovatrici (vincoli ed opportunità supportate
da intense attività di comunicazione, orientamento, educazione e
formazione), sostenendo la tendenza a nuove modalità di consumo e nuovi
comportamenti individuali e collettivi (stili di vita) per un uso più
saggio dell'offerta di trasporto.
4
Sostituzione di mobilità con accessibilità, tramite la dematerializzazione
del trasporto,
basata sul miglioramento di assetti urbanistici, territoriali,
sull’offerta di trasporto collettivo efficiente, sulla sostituzione di
trasporto con informazione (tele-shopping, tele-burocrazia, tele-lavoro,
tele-conferenze, etc.), sull'organizzazione dei tempi delle città e del
territorio a misura dei cittadini, etc.; il tutto finalizzato alla
rimozione di barriere all'accessibilità determinate dal trasporto
stesso (congestione, spreco di tempo destinato agli spostamenti invece
che alle relazioni sociali), ed alla riduzione di mobilità socialmente
irrazionale ed antieconomica (molte delle relazioni tra casa, lavoro,
studio, servizi pubblici).
5.
Sostituzione dell'offerta di trasporto ecovora (vorace di ambiente ed
energia) con quella più eco-compatibile, tramite pro-attive
strategie di customer satisfaction
(frequenza, attendibilità, sicurezza, comfort, informazione, cura del
cliente, etc.) tese a migliorare ed ampliare i servizi inerenti al ciclo
completo del trasporto (prima, durante e dopo l'effettuazione dello
spostamento), assicurando una maggiore funzionalità all'integrazione ed
all'inter-operazionalità tra le varie modalità di trasporto,
promuovendo ed incentivando una maggiore utilizzazione delle
infrastrutture e dei mezzi di trasporto a più alto risparmio di energia
e di ambiente (ferrovie, tranvie, autobus, metropolitane in superficie,
sotterranee, fluviali e costiere, biciclette “senza padrone”, auto
collettive, etc.).
6.
Combinazione di processi di dematerializzazione (dell'economia e del
trasporto) e carrying capacity
(capacità di carico) dell'ambiente, tramite:
-
riduzione del raggio territoriale dei flussi di materiale
e del contenuto medio di trasporto dei prodotti finiti;
-
rafforzamento dei mercati locali e regionali (fornitori,
produttori e consumatori);
-
riequilibro delle ragioni di scambio interlocali,
interregionali ed internazionali;
-
promozione di reti e sistemi di produzione locale e
regionale;
-
diversificazione e flessibilità produttiva delle imprese
al fine della valorizzazione delle identità locali e dell'uso sinergico
ed equilibrato (dal punto di vista ambientale, sociale e cultuale) delle
risorse endogene.
7.
Incorporazione della dimensione ambientale nelle politiche di trasporto
regionali e locali, tramite:
-
il cambiamento delle percezioni (sviluppando la capacità
di pensare strategicamente a lungo termine, migliorando il livello di
conoscenza e sviluppando alleanze strategiche);
-
il miglioramento dei sistemi di decisione (aumentando i
gradi di coordinamento e di partecipazione, tramite la diffusione ed il
rafforzamento della sussidiarietà);
-
il miglioramento delle opportunità di impiego di
strumenti specifici (assegnando nuove priorità alle politiche dei
trasporti ed agli investimenti; pianificando le infrastrutture sulla
base della valutazione strategica del loro impatto ambientale;
internalizzando gli effetti esterni secondo il principio per il quale
il trasporto che consuma l'ambiente costa di più di quello che
risparmia l'ambiente).
METODOLOGIA
PER AVVIARE IL PERCORSO DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE
La mobilità sostenibile sposta quindi
l'attenzione dal trasporto, alla logistica al tipo di sviluppo che si
vuole perseguire.
Per questo l'attenzione si colloca su:
-
quali leve di cambiamento (dinamica) si possono usare in
un determinato contesto locale e temporale (DOVE
e QUANDO) per
-
far evolvere le potenzialità sociali (capitale umano, CHI)
affinché usino le risorse disponibili in modo saggio
-
orientandosi alla sostenibilità (COSA,
PERCHE' e COME).
Occorrono, a tal fine, metodi e strumenti di
supporto alle decisioni che gli attori e le comunità sociali devono
concertare guardando al lungo periodo temporale (visione del futuro
delle proprie aree).
Metodi e strumenti devono essere finalizzati ad
un approccio integrato, interdisciplinare ed olistico.
Basilari indicazioni per la mobilità sostenibile
si possono avere applicando il metodo per la gestione della qualità
sostenibile SQM - Sustainable Quality Management®. Si tratta di
un approccio sviluppato da SRS - Firenze ed EURES -
Freiburg. Concetti, metodi procedure e strumenti di tale approccio sono
ora raccolti nel marchio depositato da SQM-praxis
in vari paesi europei.
SQM - Sustainable Quality
Management® serve per la:
-
valutazione di situazioni e contesti locali diversi
-
definizione di obiettivi
-
sviluppo di nuove strategie
-
formulazione di programmi ed iniziative
-
valutazione (ex ante, ex post) e monitoraggio di programmi
ed iniziative
Secondo SQM - Sustainable Quality
Management®, lo
sviluppo sostenibile è un processo dinamico, basato su:
-
ORIENTAMENTO alla sostenibilità, tramite 10 componenti;
la sostenibilità è una «idea regolativa» generale che serve ad
orientare visioni e modalità di sviluppo, missioni e comportamenti
pratici, risultati attesi e loro concreta implementazione; le dieci
componenti sono gli "orientatori" adottabili per promuovere,
monitorare e valutare progetti, iniziative e politiche; in quanto
orientatori, le 10 componenti aiutano a adattare principi guida alle
specificità dei contesti locali e regionali;
-
POTENZIALE sociale locale, tramite 16 fattori chiave; lo
sviluppo sostenibile si basa sulle azioni sociali di una realtà locale
o regionale; la loro capacità ed il loro potenziale in termini di
capitale umano è la chiave per gestire tale percorso; non esistono
infatti modelli precostituiti, esportabili da una realtà all’altra;
è, invece, necessaria una cultura di innovazione e diversificazione in
termini imprenditoriali e proattivi anche nei governi e nelle
amministrazioni pubbliche; i 16 fattori chiave consentono di promuovere
tale cultura agendo sulle caratteristiche socioculturali ed
istituzionali di un dato contesto locale e regionale;
-
DINAMICA di trasformazione, tramite 6 leve di cambiamento;
lo sviluppo sostenibile richiede un continuo processo di cambiamento
basato sull’apertura di nuove opzioni, alternative e visioni, frutto
di negoziazione, co-decisione, forme e metodi di apprendimento aperto;
le 6 leve di cambiamento permettono di concentrare l’attenzione degli
attori su poche, ma fondamentali e maneggevoli forze che facilitano
l’elaborazione e la gestione di strategie adatte ad un dato contesto
locale e regionale; si tratta di leve che promuovono l'innovazione del
potenziale sociale locale orientandolo allo sviluppo sostenibile.
L'uso
di SQM - Sustainable Quality Management® connette due basilari direzioni:
-
esaminare le condizioni nelle quali si vuole intervenire;
in questo caso, si applicano le lenti dell'orientamento
per vedere la consistenza qualitativa e quantitativa delle 10
componenti, nonché il loro livello di integrazione; fatto tal esame,
s'individuano i caratteri dei 16 fattori chiave del potenziale sociale
locale, nonché la pratica all'uso delle 6 leve di cambiamento; si
tratta di comprendere quali sono i punti forti e le debolezze dell'area
e del settore nei quali si vuole intervenire (immagine della situazione
attuale);
-
operare per innovare in modo sostenibile; in questo caso,
s'individua qual è la migliore combinazione possibile delle leve per
agire sui fattori chiave del potenziale sociale locale, determinando gli
obiettivi (qualitativi e quantitativi) dell'iniziativa per una saggia
integrazione delle componenti di orientamento allo sviluppo sostenibile;
si tratta di comprendere quali sono le opportunità ed i vincoli (o
minacce) dell'area e del settore interessati (immagine della situazione
futura).
Ad esempio, possono individuarsi 10 componenti
che orientano all’accesso sostenibile (e quindi mobilità e
trasporto), rispondendo a:
-
cosa si vuole
sostenere;
-
perché lo
vogliamo, ossia quali sono le finalità da perseguire per rapportarci ai
diversi interessi, bisogni ed opportunità del genere umano, degli altri
esseri viventi, dell’ambiente, secondo un pensiero strategico di lungo
periodo e la capacità di combinare la dimensione locale e quella
globale;
-
come lo
facciamo, cioè quali approcci sistemici sono necessari per affrontare
le suddette domande, gestendo positivamente un processo di cambiamento.
Cosa si
vuol sostenere?
L’accesso sostenibile, tramite
l’integrazione di tre componenti basilari componenti di sviluppo:
ambiente, economia, socio-cultura.
Ambiente
|
-
Incorporazione della
dimensione ambientale nella politica della mobilità,
valorizzando gli ecosistemi (biodiversità), le risorse naturali
(parchi, etc.) ed il patrimonio storico, culturale delle varie
identità locali
|
Economia
|
-
Politiche (incluse
quelle fiscali e di incentivazione) a favore della mobilità
sostenibile, contribuendo a migliorare il benessere delle
comunità sociali
-
Meccanismi di
mercato che includono la considerazione dei costi sociali,
economici ed ambientali effettivi, sia attuali che futuri, al
fine di garantire che gli utenti paghino una parte equa dei
costi
-
Sostituzione del
trasporto di beni e persone con trasporto di megabyte di
informazione
-
Riduzione del raggio
territoriale dei flussi di materiale e di energia con
conseguente abbassamento dell'intensità di trasporto nel ciclo
di approvvigionamento, produzione e distribuzione, nonché
riduzione di spostamenti di persone perché non più
“obbligatori”
|
Socio
– cultura
|
-
Salute (fisica,
mentale, etc.), benessere sociale e sicurezza dei cittadini,
contribuendo al miglioramento della qualità della vita delle
comunità locali
-
Ampliamento e
potenziamento delle opzioni che l’individuo e le comunità
sociali hanno per sviluppare relazioni e comunicare tra di loro,
accedere ad altre realtà sociali ed individuali, a luoghi, beni
e servizi, senza dover ricorrere a mezzi che consumano tempi di
vita ed hanno forte pressione sulla sicurezza umana e degli
ecosistemi (cambiando stili di vita, produzione e consumo)
|
Perché lo
si vuol sostenere?
Perché l’accesso sostenibile è necessario ad
affermare l’integrazione di tre componenti di equità.
Equità sociale
|
-
Pari opportunità di
accesso per tutte le componenti sociali di una specifica comunità
locale (in particolare fasce sociali svantaggiate, includendo le
donne, i poveri, gli abitanti di aree rurali e sottosviluppate,
i disabili, etc.)
|
Equità
interlocale
|
-
Pari opportunità
per soddisfare i bisogni di mobilità e di relazioni
(accessibilità) tra diverse realtà territoriali, dato che il
rischio e la vulnerabilità del trasporto sono direttamente
proporzionali alle decisioni adottate in ciascuna area
territoriale (la costruzione di un’infrastruttura per
fluidificare la circolazione autoveicolare di una zona influenza
quelle circostanti e le congestiona)
|
Equità
intertemporale
|
|
Come
lo vogliamo sostenere?
Con un approccio olistico
che coinvolga scienza, comunità locali, sistemi organizzativi,
strategie, politiche e pratiche di attuazione. Si tratta di un approccio
che integra le seguenti quattro componenti dello sviluppo sostenibile.
Diversità
|
-
Politiche ed
iniziative di trasporto che contribuiscono al mantenimento e
alla valorizzazione delle identità locali: naturali, delle
specie e dell’habitat, economiche, socioculturali, turistiche,
organizzative, politiche, etc.
|
Sussidiarietà
|
-
Rafforzamento di
responsabilità, autonomia e capacità di azione, individuali,
sociali, organizzative ed istituzionali, per proteggere,
mantenere e valorizzare il patrimonio naturale, sviluppando
azioni che riguardano il modo di muoversi, produrre, consumare,
divertirsi, etc. (stili di vita), tramite sistemi locali di
trasporto integrato ed azione regionale per aumentare la
coerenza delle reti
|
Networking
e partnership
|
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Alleanze strategiche
tra le modalità di trasporto più compatibili dal punto di
vista ambientale (cabotaggio, ferrovia, trasporto stradale
collettivo) tramite accordi tra operatori
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Coinvolgimento di
soggetti pubblici e privati nella gestione
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Cooperazione tra
autorità locali dei bacini di trasporto omogenei
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Alleanze strategiche
tra aree locali e regionali (in Italia ed all'estero) per il
trasporto e l'accesso sostenibile
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Partecipazione
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Coinvolgimento e
legittimazione delle comunità locali a partecipare a pieno
titolo nei processi decisionali relativi al trasporto
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Supporto a tale
coinvolgimento, tramite risorse finanziarie adeguate,
informazione e formazione appropriate su problemi, politiche,
progetti, iniziative, concetti, costi e benefici di opzioni
alternative di trasporto, loro attuazione, monitoraggio dei loro
risultati e valutazione del loro impatto
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Orientamento al
cliente ed al suo coinvolgimento nella progettazione dei servizi
di accesso sostenibile
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Orientamento ai
risultati di accesso e mobilità sostenibile
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Forme partecipative
di gestione cooperativa dei trasporti di vicinanza
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Gestione democratica
delle modalità di valutazione e monitoraggio dell'impatto
ambientale, sin dall'inizio delle varie proposte di intervento
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